I Flickers e in particolare il sottoscritto ringraziano e
salutano Marco Baj che dopo tre stagioni con i Bleus torna a vestire i colori
dei Warriors di Torino.
Non me ne vogliano i mostri sacri del calcio da tavolo, ma
la mia passione per il Subbuteo nacque quando ragazzi si ascoltavano ancora i
Beatles, Il tennis si chiamava Borg – McEnroe e la Ferrari la guidava Gilles
Villeneuve. In Piemonte il Subbuteo era Marco Baj, già all’epoca nel giro della
nazionale italiana.
Incontrai per la prima volta Marco nel dicembre 1979,
allorquando con altri giocatori lombardi andammo a giocare il torneo Palestra
Vittoria a Torino. Lo ritrovai a Torino il
21 giugno 2014 dopo 35 anni in occasione di un torneo a squadre in cui si
scontrarono Warriors e Flickers. Stessa
classe ma soprattutto stessa cazzimma. Non nascondo che sapere Marco in
attività agonistica, mi diede uno stimolo in più a riprendere dopo sei lustri. Lui sempre ai vertici anche nel calcio da
tavolo con una squadra di serie A, io ancora a cercare di imparare a giocare
con i nuovi materiali.
Ma un giorno accadde l’incredibile, allorquando con Giulio ci
venne l’idea di chiedere proprio a Marco Baj se volesse venire a giocare da
noi. Ringrazio ancora Giulio, per quella iniziativa che inizialmente giudicai
folle e senza speranza, ma che il 21 giugno 2015 su un tavolo del Lingotto a
Torino si concretizzò con una stretta di mano. Marco Baj sarebbe stato un
giocatore dei Flickers per la stagione 2015/2016. Non so dire se fummo bravi noi a vendere bene
il progetto di una neo promossa in serie C, o più folle Marco ad accettare la
sfida. Di fatto si diede inizio ad un
triennio unico nella breve storia dei Flickers Milano.
La presenza di Marco ci regalò una grande visibilità. Arrivarono
giocatori dall’estero, ma fu soprattutto Marco con le sue relazioni a portare
talenti. Già durante la seconda stagione
in serie C fummo definiti una corazzata, dopo aver finito il girone d’andata in
testa alla classifica.
Ringrazio Marco per questo triennio in cui si è adoperato
instancabilmente per la squadra sul campo e fuori. Sono state tre stagioni
incredibili vissute intensamente, che quell’abbraccio dopo il playout vinto
quest’anno può ben sintetizzare. Come
presidente lo devo lasciare andare. Come amico no. Il Subbuteo mi ha regalato
questa emozione dopo 35 anni e spero me ne riservi altre giocando ancora sotto
gli stessi colori.
Marco…è solo un arrivederci.
Vittorio
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