"Flickers Milano: Subbuteo “cuanta pasión!”
“Quel bambino che giocava in un cortile” cantano i Nomadi. Secondo noi Flickers, quel bambino giocava sicuramente a Subbuteo! Sì, perché tutti abbiamo iniziato così: un cortile, un panno verde e le miniature basculanti sospinte sul campo a punta di dito. Allora eravamo più atletici e riuscivamo a stare ginocchioni per pomeriggi interi in quel mitico cortile, inseguendo un gol all’incrocio dei pali o un’azione spettacolare che imitasse i nostri idoli del calcio.
“Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”: anche le parole di De Gregori ben si addicono al Subbuteo e non solo perché di calcio in miniatura si tratta. Il Subbuteo ci ha insegnato a perdere, a vincere, a decidere in pochi istanti con fantasia il destino di un’azione... Di rigori ne abbiamo sbagliati tanti, ma è stato salutare, ci ha insegnato a non abbatterci, ci ha insegnato, in qualche modo, a vivere.
Siamo cresciuti intorno a quel panno verde noi Flickers e nel 2007 quello stesso panno verde ci ha riuniti, come in un crocevia in cui si ritrovano viandanti provenienti da mille strade. Ci siamo trovati intorno a un tavolo e abbiamo pensato “Si può fare!”: nascevano così i Flickers Milano, da “to flick”, “colpire a punta di dito”. All’inizio eravamo in cinque, poi via via il numero è aumentato. Debutto per il campionato italiano di serie D, stagione 2007/2008: un ottimo terzo posto e pazienza se per la fase finale a Roma si qualificavano solo le prime due! Anche nella stagione successiva, per poco, niente qualificazione, ma, come direbbe Paolo Conte, “cuanta pasión!”.
Sì, la passione, quel moto irrazionale che ti spinge a vivere, ad entusiasmarti come un bambino anche quando hai quarant’anni (questa la nostra età media o poco meno…), a fermare il tempo… “L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare” diceva George Bernard Shaw e noi Flickers gli crediamo!"
Così Paolo Romussi, primo presidente della neonata squadra di calcio da tavolo, riassume e spiega con quale spirito si incominciò. Ad agosto del 2007, in una ludoteca della periferia di Milano prese vita questo progetto e da allora sono passati 5 anni.
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